Gustavo Rol è noto soprattutto per la sua fama di "uomo dei prodigi". Meno nota è la sua attività di pittore, campo artistico da lui prediletto insieme a quello musicale, dove si dilettava suonando il violino e il pianoforte.
Il 22 settembre 2000, in occasione del 6° anniversario dalla sua morte, si è tenuta per la prima volta una mostra di alcuni suoi dipinti ( 55 su una produzione di poco più di un centinaio).
È stato un avvenimento importante, dal momento che i suoi quadri appartengono tutti a collezioni private, e quindi visibili solo in questa occasione.
Forse molto tempo passerà perché possa essere organizzata una seconda esposizione. Nel frattempo però, questo sito internet ha deciso di mettere in rete una selezione delle opere esposte.
Ecco come Remo Lugli, nella presentazione del catalogo dei dipinti, descrive il Rol pittore:
<< Una mostra con cinquantacinque
dipinti di Gustavo Rol è un evento straordinario, unico. Quando egli
era in vita i suoi quadri non furono mai esposti, nè tanti nè
pochi. Era anche difficile poterne acquistare uno. Gli amici, gli appassionati,
anche stranieri, che conoscevano la sua raffinata, preziosa pittura, anticipavano
le prenotazioni di mesi, a volte di anni e attendevano pazientemente; e
lui non riusciva mai a metterne da parte qualcuno per una eventuale pronta
consegna.
Rol era un pittore che produceva poco, non perché poco lavorasse,
ma perché l'elaborazione dei suoi dipinti era molto meditata, quindi
lenta. Faceva e rifaceva, scavava, trasfigurava l'immagine che aveva davanti
agli occhi fino a penetrarne l'essenza, a scoprirne lo spirito. Questo metodo
e questi risultati aiutano a capire la sua teoria secondo la quale tutte
le cose e gli esseri viventi hanno uno spirito, che poi nell'uomo è
lo spirito intelligente il quale resta operante anche dopo la fine della
materia. In una lettera che nel 1944 indirizzava a un conoscente che esordiva
in pittura, Rol scriveva: <<Un dipinto non è nulla anche se
riproduce fedelmente una persona, un luogo o un oggetto. Ma esso deve rappresentare
"un momento", una sensazione vissuta dall'artista, e come tale
deve saper convincere e commuovere>>. I quadri delle sue rose già
sulla via del disfacimento sono di una bellezza carica di struggimento,
di commozione. Una fotografia di rose nel loro massimo fulgore appaga l'occhio
un momento: <<Belle>>; e nulla di più. Nelle rose grevi
di maturità di Rol l'occhio non sa staccarsi, cerca di ricostruire
quelli che potevano essere stati i contorni precisi, perfetti del tempo
dello splendore; e anche è indotto a prevedere come ancora si trasformeranno
tra poco, quali saranno le ulteriori frastagliature e i petali che cadranno
per primi. Nel dipinto c'è, non solo quel momento fissato dal pannello,
ma anche il passato e il futuro. Le rose stanno morendo, quindi sono vive,
e danno emozione.
Il Rol pittore teneva un quadro sul cavalletto anche un mese prima di finirlo.
L'opera prendeva corpo a poco a poco, a volte passavano giorni senza che
progredisse minimamente. Nell'autore fra le certezze si insinuavano ripensamenti,
dubbi. Ogni settore era oggetto di studio approfondito, di prove, di cancellature,
di sovrapposizioni. Il dosaggio degli equilibri tra le varie parti e i colori,
i segni, le tonalità, era soppesato con il rigoroso bilancino della
sua sensibilità poetica. Era la grigia fatica quotidiana di un operatore
dell'arte molto esigente, difficilmente contentabile. Ma su questo grigiore
a volte si accendeva un fulmineo bagliore di sensibilità con una
intuizione o addirittura un effetto fisico non volutamente causato >>.
Rol con un suo dipinto di rose